Le scienze forensi non devono dare certezze ma offrire affidabilità, perché la scienza non elimina i dubbi, li misura.
Nella mia esperienza quotidiana di perito forense, ho imparato che la forza della scienza non sta nel fornire risposte definitive, ma nel quantificare l’incertezza con rigore e trasparenza.
Quando analizzo una scrittura o confronto impronte digitali, non cerco la “prova schiacciante” da film.
Cerco invece di valutare gradi di probabilità, margini di errore e limiti metodologici.
È questo che distingue la scienza autentica dalla pseudoscienza.
Nell’analisi forense ho imparato che:
nessuna tecnica è infallibile al 100%;
l’onestà intellettuale richiede di dichiarare i propri limiti;
i falsi positivi e negativi esistono e vanno considerati;
la replicabilità è più importante della spettacolarità.
La vera rivoluzione scientifica di oggi non è nella tecnologia più sofisticata, ma nel coraggio di affermare:
“Questi sono i dati, questa è la loro affidabilità, questi i margini di errore.”
In un’epoca di fake news e certezze costruite sui social e in TV, chi lavora con il metodo scientifico ha unresponsabilità: mostrare che dubitare con metodo vale più che affermare senza prove.
La scienza delle incertezze è già qui.
È la scienza del presente. E del futuro.
Per troppo tempo ci siamo illusi che esistessero certezze assolute.